giovedì 7 luglio 2011

IL CIELO NELLA NOSTRA STANZA






PRIMA PUBBLICAZIONE  01 Ottobre 2010  clicca qui


I miei occhi sono fissi nei tuoi, immobili e carichi di passione. Un solo bottone tiene ancora uniti i lembi della tua camicia, ma anche così le mie mani possono sfiorare la tua schiena, avvicinandoci sempre di più, lentamente.

Chiusi in questa stanza, siamo qui a raccontarci pezzi di vita, con le nostre labbra a pochi millimetri le une dalle altre e le parole che si fondono mentre le bocche sempre più si cercano. Il mio cuore è un organo impazzito e come in una vecchia canzone il suo suono sfonda il soffitto e il cielo compare sopra di noi, che restiamo qui, abbandonati come se non ci fosse niente, più niente al mondo.

Sento le parole, che la tua voce non osa dire, le sento urlate dentro di me e così anche l'ultimo ostacolo alla tua nudità viene superato. Il tuo ventre è calamita per i miei baci , non so se riuscirò a staccare mai più la bocca da te.
Ti fermi, mi guardi e mi distendi sul parquet, cosicché con movimenti lenti risali lungo il mio corpo, fino ad ricoprirmi per intero. Ti sento tremare, percossa da brividi di piacere, mentre le tue mani scivolano lungo i miei fianchi e scendono sino al fondo della mia schiena, dove trovano finalmente riposo. I tuoi seni immobili sul mio petto, la tua bocca avida che si muove sul mio collo ed è la realizzazione di quel desiderio che covava dentro di noi da anni, quel sogno che ora finalmente si concretizza.

Siamo un solo corpo che arde di desiderio, batte un solo cuore dentro di noi. Sei mia come mai nulla prima al mondo, perché fin'ora niente e nessuno aveva occupato dentro di me tutto questo spazio, mi sento tuo come se lo fossi sempre stato, come se solo adesso mi fossi finalmente completato.
Il tempo non ha più limiti, si svolge fuori da queste mura. Qui ogni attimo è eterno, ogni tuo sospiro sembra non finire mai scuotendomi fin dentro l'anima e così questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti.

Impetuosi i nostri corpi si cercano, si sfiorano, si abbracciano, si fondono come lava che sgorga pura dalle viscere della terra e che senza limiti travolge tutto ciò che incontra sul suo cammino.
E mentre fuori si fa giorno, i tuoi lineamenti distesi mi esprimono tutta la tua felicità di essere mia e spero che il mio sorriso inebetito, ti racconti di me altrettanto.
I respiri si sono rallentati, il cuore è quasi fermo ormai, ma le mie mani ti cercano ancora, ti carezzano, ti raccontano quanto dentro di me è forte arde l'amore che provo, adesso sai che la mia voglia di te si è solo momentaneamente placata, ma non si è estinta e mai ci riuscirò.

Così, mentre le mie dita sfiorano l'interno delle tue ginocchia, sento che la tua bocca è di nuovo mia ..........

mercoledì 22 giugno 2011

HO VOGLIA





PRIMA PUBBLICAZIONE  13 settembre 2010  clicca qui



Vivo albe e tramonti con la stessa frequenza,
senza nessuna predilezione,
con lo stesso identico amore.


Percorro le vie del quotidiano
cercando la giustezza,
sforzandomi di essere equo.


Ogni giorno che arriva è diverso dal mio ieri.
Lo sento scorrere dentro di me,
mi invade prepotentemente con tutta la sua forza,
lo amo come ho amato il primo,
come se fosse l'ultimo.


Osservo chi mi circonda,
chi vive con me e chi con me vuole vivere,
ascolto silenzioso
sussurrando se posso ciò che sento.


Ho ormai smesso da tempo
di colorare sul volto trasparente di chi incrocio
arcobaleni di emozioni
che vedo solo io.


Vivo così di minime esigenze,
per non morire più dentro
inseguendo facili illusioni.


Le ferite dell'anima si sono rimarginate,
i vecchi dolori li ho seppelliti sotto un mare di sorrisi,
Le nebbie che mi oscuravano il cuore si sono ormai dissolte.


Adesso ho solo voglia di due occhi che sappiano parlare ai miei,
urlando nel silenzio passione, desiderio,
amore.


mercoledì 1 giugno 2011

LA MIA ROSA




PRIMA PUBBLICAZIONE  3 dicembre 2009  clicca qui


LA MIA ROSA


E le tue parole sono ancora dentro di me,
incise sul mio cuore,
pietra tombale per un amore, che in te non è mai nato.

Rivedo ancora il sorriso che non mi hai mai mostrato,
quegli occhi, dove avrei voluto affondare i miei,
ed è come se non ti avessi mai detto addio.

Avevo visto colori, li dove dipingevi tutto di grigio,
sei stata un’illusione per me, che ti ho vissuta
senza mai davvero averti, una fantasia solo mia.

E anche se ho aspettato invano che spuntasse,
non potrò cogliere mai quel fiore che chiamavo come te,
quell’amore a cui avevo dato il tuo nome.


mercoledì 25 maggio 2011

BUONANOTTE AMORE




PRIMA PUBBLICAZIONE  22 Ottobre 2010  clicca qui

Buonanotte tesoro
anche stanotte dormi lontana da me
in un letto che non è il nostro.


I miei baci non ti accompagnano verso il tuo riposo,
il tuo profumo non mi cinge come in un abbraccio,
ma io resto comunque accucciato al tuo fianco.


Cerco meccanicamente il tuo corpo,
lo desidero qui con me
per sfiorarne la nudità
e regalarci un'altra notte indimenticabile,
ma anche stanotte non ci sei.



Buonanotte a te
che cerchi riposo sotto un cielo diverso dal mio
e so quanto hai voglia che questo mio saluto
ti venga sussurrato delicatamente in un orecchio,
e non solo urlato attraverso i nostri cuori.


La tua voce mi avvolge ancora
e sento che il tuo desiderio è qui al mio fianco
ed è come se avesse spostato le lenzuola
per riempire quella porzione di letto
che altrimenti rimarrebbe vuota.



Buonanotte amore,
il buio anche stavolta finirà
ed avrà inizio un nuovo giorno
da vivere ancora insieme.

............

lunedì 16 maggio 2011





PRIMA PUBBLICAZIONE 12 Novembre  2010  clicca qui

E guardandoti negli occhi
mi riscopro felicemente principiante


Sento scorrere fresco e limpido
tempestoso e dirompente
questo mio nuovo amore per te


Adesso sono qui
che incollo sulle pareti del mio cuore
miliardi di coriandoli colorati
per accoglierti gioiosamente.


Mi riscopro ad abbellire il cielo che ci sovrasta
ricamando gli orli delle nuvole
con perle pregiate
perchè possano sorprende i tuoi occhi meravigliosi.


E seppure il mio pensiero
solo si sposta leggermente verso di te,
tutto è più veloce
tutto è più luminoso.


Mille errori del passato
sono solo ricordi sepolti dal tuo sorriso,
perchè tu sei l'armonia che adesso unisce ogni mio respiro,
mentre sento la vita che adesso riprende nel tuo nome.





SAKINEH NON DEVE MORIRE

martedì 3 maggio 2011

QUANDO NASCE ............




PRIMA PUBBLICAZIONE  03 luglio 2010  clicca qui


Senza rendermene conto ho esagerato. Quello che segue è un racconto che ho scritto volendo raccontare la nascita di un amore, ma mi sono dilungato. Porta pazienza naufrago e scusami. Ritengo personalmente che potrebbe valerne la pena di leggerlo, ma fallo rispettando gli spazi e tutto di un fiato, vivendolo come se fossi al posto del protagonista e immedesimandoti.
E' una storia inventata nei fatti, ma poggia su una base solida, i sentimenti che si accavallano dentro di noi.



Non riesco a capire come si possa pensare che il venerdì è uno giorni migliori della settimana? Chiunque lo abbia mai pensato avrebbe dovuto vivere nei miei paraggi tutta questa mattinata. Non un solo attimo di tempo.

Apnea e impegni, corsa e obblighi.

Sono stanco e ho fame, nessuno al mondo adesso potrebbe impedirmi una pausa pranzo, anche se sono fuori tempo massimo. Un Mc menù, ecco quello che ci vuole, qualcosa che abbia la parvenza di cibo e che sia caldo soprattuto. Sarà anche bella da vedere tutta questa neve, ma oggi fa un freddo incredibile e devo riscaldarmi.

Per fortuna c' è poca gente e tutti rigorosamente con la testa sui vassoi. Meglio mi sbrigo prima e non devo fare la fila, ecco uno dei vantaggi di mangiare in orari strani.
Oggi mi sa che provo il McItaly, dopo tutte ste polemiche con il ministro sono proprio curioso di assaggiare il sapore di questa nuova forma di plastica e sai che ti dico, ci metto vicino le vertigo. Oh, mai una volta che il panino è già pronto, devo sempre iniziare dalle patatine, vabbè mi siedo lì vicino e appena è pronto vengo a ritirare.

Però le vertigo sono davvero buone, ah il panino è già pronto, che mi ha fatto sedere a fare? Una cosa non ho capito, chi ha disegnato le divise di Mc Donald's come ha fatto ad uniformare verso l'informe le cameriere? Diventano qualcosa di osceno, seppure di base sono donne, mah.

Ma che succede?

"Mi scusi, non è il suo il panino. La mia collega ne aveva ordinato uno prima"

E due occhi si impadroniscono dell'aria che mi circonda.
Mi sono solo girato per tornare al mio posto e di fianco mi è passata l'unica ragione per cui vivrò il resto dei miei giorni.
Riesco solo a capire che adesso sto tremando dall'emozione, ma una cosa è certa, non ho mai visto nulla di più bello al mondo.
Un attimo immenso, dilatato e senza tempo.
Devo ricordarmi di respirare, devo ricordarmi di respirare e vivere, oddio galleggio come in una bolla di sapone, sono seduto al mio tavolo e mi sento come seduto su una nuvola.
Devo staccarle gli occhi di dosso, se rimango a fissarla un secondo in più diventerò miope e la consumo.

Non guardare, non guardare, patatina, adesso GUARDA. E' bellissima, ma dove è stata nascosta fino ad oggi?
Non guardare, non guardare, non guardare, patatina, adesso GUARDA. Non ci sono altre spiegazioni, è un angelo. Non esistono in natura donne così belle, per quanto Dio voglia essersi impegnato, qui siamo oltre l'umanamente possibile. Si è un angelo ed è scesa qui sulla terra per me.

La cameriera mi chiama, oddio così le passo di nuovo vicino. L'aria è pesante, faccio davvera fatica a rimanere tranquillo.
Quasi quasi mi siedo di fronte a lei e le chiedo se ha qualche impegno per i prossimi 60 anni, solo il tempo che diventi la madre dei miei figli. Mi sa che sono il solito esagerato. Vabbè 50 di anni dai.

UN SORRISO? Mi sta sorridendo. No dai è un impressione. No, no mi sta sorridendo. E d'incanto le distanze si sono dimezzate, il suo sorriso è a un attimo dal mio cuore.

Si alza, va via. Che faccio? Che faccio? Pensa veloce, va via, che faccio? La fermo, si mi alzo e la fermo. Nooooooooooo, sta facendo un cenno d'intesa a qualcuno. Fermo, stai fermo e immobile.
Come faccio a uscire adesso da sotto le macerie degli ultimi 10 minuti di vita? Oddio, non era per me nemmeno quel sorriso allora, c'è qualcuno dietro di me che conosce e io sono solo nella direzione sbagliata.

Non ho più nessuna voglia di vivere, ho toccato il paradiso e mi sono schiantato all'inferno in meno di 10 minuti. Voglio solo vedere chi è questo dietro di me che merita tutta questa fortuna. NESSUNO, come nessuno? Ha salutato, ho visto e non era per me, ma chi ha salutato? Non c'è nessuno, solo una cameriera che pulisce, ma certo è una cliente abituale e ha salutato una cameriera che conosce, ma prima non c'era ne sono certo. ALLORA IL SORRISO ERA PER ME.
Posso riprendere a volare, ma dov'è il mio angelo?
La devo inseguire nel parcheggio.
Non c'è nessuno nel parcheggio, tutto fermo, l'ho persaaaaaaaaaaaa, sono un imbecille e l'ho persa. Non ce la faccio a resistere a quest'altalena di emozioni.

La devo rivedere, reincontrare, chiederle se vuole sposarmi di sabato o in quale altro giorno della settimana. La devo ritrovare, è di sicuro una cliente, di questo sono certo. Lunedì torna, ne sono sicuro e io sarò qui ad aspettarla.

I minuti, le ore, i giorni scorrono via veloci quando ho un impegno così dolce che mi aspetta. Cosa ho fatto questo fine settimana? Atteso, semplicemente atteso che tornasse l'ora di pranzo. Sono in macchina nel parcheggio e attendo da quando ha aperto il ristorante.

Come sto? Alito ok, mi sa che con tutte le mentine che ho usato da ieri ho arricchito la vigorsol. E gli abiti? Avrò scelto bene? Jeans e maglioncino ne troppo nuovo ne troppo vecchio, mica può capire che ho vissuto questi giorni solo nella speranza di rivederla.
Ok è l'ora, posso entrare.
Oddio nessuno, solo due anziani che parlano.

Rallentare, ecco cosa devo fare guadagnare tempo ed aspettare che arrivi, ma non è che è entrata e uscita e io non l'ho vista? No, c'è un solo ingresso e l'ho controllato attentamente. Devo ordinare e non ho fame, ho un blocco. Fingo indecisione e guadagno tempo.
Non voglio essere assolutamente veloce, anche se sono in un fast food. Dimmi cosa sa di cibo qui dentro? Nulla e quindi perché devo essere fast?
Vabbè, un happy meal è quello che ci vuole con acqua, non si sa mai, dovesse scapparmi un singulto.
Lentamente, sbocconcellare e ingurgitare lentamente, l'acqua si è fatta calda e siamo a Gennaio e mi sa che se ordino un un milkshake adesso mi prendono per pazzo per lo stesso motivo. Da questa giornata ricavo solo una leggera forma di indolenzimento ai glutei, ma torno domani e ogni qualsiasi altro giorno che lo segue, se dovesse servire a rivederla.

E così è già passata una settimana, pranzo e cena qui tutti i giorni e l'ho persa lo stesso, era solo un sogno. Ormai le farfalle nello stomaco hanno smesso di volare da giorni, forse avranno capito prima di me oppure saranno scappate via per colpa di questo pseudo cibo. Continuo a chiedermi come diamine mi è venuto di entrare qui una settimana fa se sono convinto che tutto ciò non abbia sapore? Pensa tu, non ho nemmeno cambiato il posto a sedere nella speranza servisse.

BASTA, me ne vado e non metterò mai più piede in questo schifo di ristorante finchè campo, fosse anche l'ultimo posto al mondo dov'è possibile trovare qualcosa da ingurgitare. MAI PIU' IN UN MC DONALD'S bruciassero pure, mi viene la nausea al loro solo pensiero.

"Signore"

Se questa vuole che torno indietro e butto via i resti che sono nel vassoio, non ha capito niente della vita.

"Signore"

Ancora? Adesso mi giro e me la prendo con lei, almeno sfogo tutta questa delusione su qualcuno.

"Signore mi scusi, ho questo per lei"

La cameriera della settimana scorsa e ha in mano un bigliettino.

"Sa signore, ho notato che lei viene qui da una settimana e credo che cerchi la mia amica, ma lei è malata. Però parlando al telefono in queste sere mi ha chiesto di lei e le ho raccontato che è diventato nostro cliente fisso. Mi ha chiesto di darle questo"

E' MALATA, E' SOLO MALATA, ESISTE E HA CERCATO DI ME. Un bigliettino. Il suo indirizzo mail. L'ho trovata, non l'ho persa, era solo malata. Grazie, Grazie.


DA: ny152

A : shopgirl


Ciao, non mi conosci o almeno non mi conosci personalmente e forse anche per questo tutto quello che scriverò di seguito potrà sembrarti frutto di una mente malata e distorta, ma dal momento in cui il mio sguardo ha incrociato il tuo, vivo nel ricordo dei tuoi occhi, tutto il resto non ha più avuto nessun senso.
Credo onestamente di aver sollecitato in questi giorni l'ilarità di tutti coloro che lavorano in quel ristorane, perché ho mangiato l'impossibile con una lentezza tale che avrebbe esasperato una tartaruga e questo con la sola speranza di rivederti, fosse stato solo per un minuto, ma volevo la conferma che esisti.
E adesso sono qui seduto al mio pc e non mi sembra vero di aver un punto di contatto con te e non mi vergogno affatto a dirti che in quel poco tempo che abbiamo trascorso insieme sotto lo stesso tetto, mi sono innamorato di te rendendomi conto che ogni istante della mia vita che ho vissuto fino a venerdì scorso era solo di transito, un viaggio che mi stava portando a te.
Matto, di certo lo starai pensando, questo è pazzo, ti ho vista di sfuggita e ti scrivo ciò e riflettendoci su probabilmente hai ragione, ma quello che hai letto è tutto vero ed è così che vivo dal momento in cui mi sei passata affianco.
Non ti conosco e mi sei mancata.
Mi hai solo sorriso (forse) e mi hai rubato il cuore.
Non so nemmeno se questo è realmente un punto di contatto o è solo uno scherzo di qualche buontempone del ristorante. Sarebbe una beffa atroce, ma di certo so che se tu sei vera, reale e se lo vuoi, io mi impegnerò ogni giorno per farti capire che sei la donna più amata al mondo.


Ansia, ansia, risponderà? E' lei? Ansia.

C' è posta per te

DA: shoprgirl

A : ny152

Voglio vederti





se clicchi qui puoi vedere il finale intero in italiano

Mi sembra di aver scritto anche troppo, aggiungerò qualcosa nei commenti. Se sei arrivato fin qui, grazie della pazienza.


mercoledì 27 aprile 2011

DESIDERIO






PRIMA PUBBLICAZIONE 28 ottobre 2010  clicca qui



I pensieri si muovono lentamente
come ingranaggi ormai arrugginiti.


Rifuggo tutto ciò che è straniero nel mio cuore,
perchè potrebbe facilmente spezzare
il sottile filo sul quale mi sono incamminato.


Ho bisogno di pulizia intorno e dentro di me
per capire cosa voglio davvero.


L'oscurità mi ha ormai circondato,
tutto intorno è buio
e da qui,
chiuso nell'abitacolo di quest'auto,
posso comodamente osservare la notte che scorre via,
protetto dalla pioggia e dal resto del mondo.


Ogni umano sentimento l'ho congelato da tempo,
ho bisogno di ritrovare me stesso
prima di poterlo essere con gli altri.


Vedo riflessi nello specchietto degli occhi stanchi
e in fondo al mio sguardo
cerco disperatamente delle risposte alle tue domande.


Come sempre le tue parole arrivano dirette al bersaglio,
carezzandomi il cuore confondono convinzioni.


La notte è scivolata via lentamente
mentre il sole cerca di farsi largo tra le goccie di pioggia,
che mai hanno smesso di farmi compagnia.
Dalla radio, una canzone ripete incessante il suo ritornello
e mi chiedo quanto ancora potrò desiderare e non avere
quest'amore che entrambi vogliamo.



e sono un niente senza amore
sei tu rimpianto il mio dolore
che come il tempo mi consuma
(A. Venditti)


 

venerdì 22 aprile 2011

VIETATO AI MINORI





PRIMA PUBBLICAZIONE 17 Aprile 2009  clicca qui



OGGI TROVERAI UN POST DIVERSO, PER NULLA PARAGONABILE A QUELLI CHE HAI LETTO FIN'ORA, MA SAI CREDO CHE BISOGNA SEGUIRE GLI IMPULSI NELLA VITA E NON CERCARE DI ESSERE SEMPRE PERFETTINI E EDULCORATI, SAREBBE UN ATTEGGIAMENTO CON IL QUALE NON RIPORTEREI QUI QUELLO CHE SONO NELLA REALTA'. DARE UN'IMMAGINE DI SE FALSATA EQUIVALE A MENTIRE.

QUINDI SE C' E', COME IN QUESTO CASO, L'ISPIRAZIONE, IL DESIDERIO, O ANCHE SOLO L'ESIGENZA DI SCRIVERE QUELLO CHE LEGGERAI NEL POST, E' BENE DARE SEGUITO AGLI IMPULSI, A COSA SERVIREBBE FRENARSI.

EPPOI NON VOGLIO CHE IL GUARDIANO PASSI PER UNO CHE SI NUTRE DI PANE, TRISTEZZA E MALINCONIA, SONO UN UOMO E COME TALE HO EMOZIONI E PULSIONI CHE QUI TROVANO CONCRETEZZA O ALMENO VENGONO RIPORTATE SU UN SUPPORTO E RESE TANGIBILI.

BUONA LETTURA.




La sera di questi tempi inizia ad essere sempre più dolce e il balcone che è ancora socchiuso sta lasciando entrare un refolo di vento tiepido.

Questo spiffero mi sfiora il corpo seminudo e sento la mia pelle, ancora umida dopo una tonificante doccia bollente, che si increspa. Nella penombra della camera, sdraiato sul divano, le mie labbra sono ancora intrise del piacevole aroma che il vino ha saputo donare alla cena e ardono al tuo pensiero, il desiderio di te inizia a pervadermi. La musica che ho scelto stasera non è sporcata da nessuna parola, solo una stupenda melodia che invade la stanza in cui mi trovo, questa è una di quelle sinfonie magiche capaci di creare l'atmosfera per un dolce incontro e nella mia mente la voglia di essere con te è ormai senza freni.

Sarà il desiderio o forse solo il vino, ma sento che riesco a liberarmi del peso che ha il mio corpo e sulle dolci note di questo piano, con grandi ali volo da te, ti vedo e plano al tuo fianco. Subito accarezzo il tuo delicato collo e in un attimo mi ritrovo a sfiorare con la punta delle dita il profilo del tuo volto, sussurarandoti che ti voglio così quanto tu desideri me. E' la scintilla che scatena una fiamma intensa, un fuoco che non brucia, ma che sta ardendo dentro e fuori di noi.

Nel buio la tua pelle candida, impregnata da un soave profumo di rosa, rapisce i miei sensi, ti stringo e baciandoti sulle tue labbra non so più se è la musica che sento o è il mio cuore che ha preso a battere all'impazzata. Delicatamente lascio scivolare le mani lungo la curva dei tuoi fianchi, scrutando ogni angolo del tuo corpo eburneo. Avvicino la tua pelle alla mia e sento i brividi di intenso piacere che attraversano la tua schiena. Un rosso rubino tinge di passione le pareti che ci circondano, donando a questo nostro incontro un'intensità tale che non trova riscontro nelle parole inventate dagli uomini.

Affondi le tue labbra sulle mie, mentre le tue dita scrutano ogni millimetro della mia pelle, vuoi che io ci sia così quanto io voglio te. Sognavi questo istante e la voracità dei tuoi baci sul mio petto scatenano fremiti irrefrenabili. E' solo amore, nulla di fisico o che abbia a che vedere con il piacere fino a se stesso, è inestimabile purezza, voglia di te e te soltanto. I nostri cuori hanno un solo battito, i corpi congiunti sul tuo letto non creano attrito, non hanno angoli, si cercano e hanno bisogno l'uno dell'altra per elevarsi in qualcosa di etereo e eterno al tempo stesso. Ogni nostro movimento ricostruisce il percorso d'amore che ci ha portati fin qui, c'è in ogni singolo sussulto tutto la voglia che abbiamo di essere qui in questo momento, stretti in un solo essere perfetto e bellissimo.

Adesso sento che hai il possesso di ogni mio pensiero, scopro che accondiscendi ogni mio desiderio senza che io lo pronunci e so per certo che anche per te è così. Non ho più nessuna voglia se non di te, per sempre tu e solo tu. Ho l'assoluta certezza che non può esistere nulla di più intenso e profondo di questo eterno attimo e tutto ciò mi prostra, ma al tempo stesso so che sei mia e che lo sarai per sempre, finché lo vorrai, un incontro indissolubile di anime.

La persiana sbatte improvvisa e mi rendo conto che era solo un sogno, un attimo di lucida follia, forse colpa del vino o dell'esigenza che ho che tu sia mia. Credo sia giunta l'ora di andare a dormire, cercando conforto e riparo nel mio letto, dalla tentazione continua che ho di chiamarti o anche solo scriverti che sei stata mia.

Chiudo le imposte e mi accorgo che il tuo profumo è nell'aria, una delicata essenza che so essere solo tua, eppure non sto più sognando, la sento, sei con me. Un dolore mi brucia il petto e prima di stendermi mi specchio, scopro così i segni che le tue labbra hanno lasciato su di me, perfette riproduzioni del tuo desiderio, impresse indelebilmente all'altezza del mio cuore. Adesso capisco, è stato un sogno non solo mio, anche tu mi hai desiderato con la stessa intensità e quello che abbiamo vissuto all'unisono è diventata una magica realtà.

Posso di nuovo chiudere gli occhi con estrema serenità, so che in quel mondo perfetto che è il pianeta amore, tu mi stai aspettando, mia dolce principessa.



MUSICA DI SOTTOFONDO

LOVE ME: Yiruma

giovedì 14 aprile 2011

PATTO D'AMORE




Data di prima pubblicazione 23 settembre 2010   clicca qui


Stranieri al resto del mondo,
ci siamo amati in questo nostro azzurro nascondiglio,
estranei ad ogni umano pudore.


E adesso,
mentre sei dolcemente addormentata al mio fianco,
leggiadra, come sospesa in una bolla di sapone,
osservo la tua schiena nuda
e sento forte il desiderio di scrivere su di essa
la più dolce di ogni poesia.


Sfioro delicatamente la tua pelle,
mentre il cuore mi sobbalza nel petto
sussurrandomi frasi sconnesse e prepotenti,
che scorrono impetuose dentro di me
come un fiume in piena,
che nulla riesce ad arginare.


Sei dentro ogni mio desiderio
da quando mi hai sussurrato amore,
un'ondata di sole,
che ha squarciato il buio che incupiva la mia anima.


Adesso so finalmente che ci sarai oltre le barriere del tempo,
infinitamente,
perdutamente insieme.


Con naturale grazia ti giri,
mi guardi,
sorridi
e stringendomi a te
suggelli con le tue labbra il nostro patto d'amore.


Per sempre ci sarai, ci sarò.





Una precisazione dovuta.
So, che essere ispirato sempre dallo stesso momento, è un'altra delle prove che io non sono "
uno scrittore", nulla di più vero. Sono ben conscio di non essere un'artista, ed è proprio tenendo ben presente ciò, che io spero che chi legge, si approccia a questo blog.


mercoledì 6 aprile 2011

MIA





Data di prima pubblicazione 19 novembre 2010  clicca qui



Ho affermato qualche mese fa che non avrei più scritto post di questo genere, ho mantenuto fede all'impegno perché questo genere di pubblicazioni reclama un'ispirazione "superiore" rispetto alle altre.

La scintilla però è scoccata improvvisamente, un'immagine si è fatta largo nella mia mente qualche giorno fa, un sorriso, quello che ogni donna ha mentre ama e si dona con tutto il cuore, quello che conoscono tutti gli uomini se stanno amando davvero.

Io ho solo malridotto a parole un'emozione sconfinata, spero gradirete e perdonerete l'incompletezza.




La tua pelle bianca e vellutata, soffice da accarezzare è una tentazione irresistibile per le mie mani che ti sfiorano avide. Nessun momento può essere sprecato, ti ho atteso per così tanto tempo e adesso che stiamo diventando un solo destino farò in modo che nulla possa più dividerci e così ti stringo forte a me per paura che tu possa scappare via.
Ti respiro come se fossi il mio solo ossigeno, fonte inesauribile di vita. Mi unisci forte a te, conscia e consapevole delle tua ritrovata forza, sai che nulla ti è precluso, quel velo di tristezza che ti ammantava prima di adesso è solo un pallido ricordo lontano.

Sei una donna a cui nulla è precluso e sai di volermi con te, adesso. Le tue labbra mi regalano brividi eterni scorrendo leggiadre sul mio collo seguendo uno spartito vecchio di millenni, ma che tu in questo momento sai interpretare in una maniera unica, emozionante. Vivo ormai in sintonia con questa tua melodia chiamata amore, che mi pervade mentre un brivido di piacere percuote la schiena, dalla nuca fino al punto in cui le tue mani sono avvinghiate intorno a me, quasi volessi incatenarmi, come se avessi paura che potessi fuggire via, incosapevole del fatto che io è qui che voglio vivere, abbracciato a te.

Il tuo viso delizioso, impreziosito da uno sguardo felice è il quadro che avrei sempre voluto dipingere se solo sapessi come si fa. La tua voce carica di passione e di piacere mi sussurra amore e desiderio a due millimetri dal mio orecchio. Sempre più impetuosa diventa questa nostra unione.

Ogni tuo respiro è lento, è profondo e regala una contrazione sensuale al tuo ventre, che si propaga poi a tutto il tuo corpo, ti osservo affascinato da tanta perfezione, sei la somma di tutti i miei desideri ed io sono qui a cercare di scoprire tutto di te, a memorizzare ogni dettaglio del tuo essere, perchè ti voglio mia e sento che non smetterò mai di volerlo.
I tuoi baci mi soffocano di piacere, tutto è intenso, tutto è rosso, tutto è corrente che si propaga tra noi. La bellezza dell'intero creato si riflette in te e dentro di te adesso ho il mio rifugio.
Tutto è impazzito oltre quelle pareti che ci circondano, tutto è dolce in questa nostra alcova.

Ho imparato dalla vita che tutto ciò che è prezioso, oltre ad essere bello è anche estremamente fragile e può essere spazzato via in un attimo da un colpo di vento. Adesso però che sono qui, su di te e vedo disegnarsi sulle tue labbra quel sorriso carico di gioia e piacere, un misto di amore e forza che mi fa vibrare dalla felicità, sento che tutto ciò che c'è tra di noi è diventato indistruttibile, inossidabile.

Sei e sarai per sempre mia.


Oddio non so se sono stato ripetitivo rispetto al passato, se così fosse vi chiedo di portare pazienza con il vostro anziano guardiano, ho solo seguito l'impulso e l'ispirazione ed ho scritto di getto.

giovedì 31 marzo 2011

VIETATO AI MINORI



Data di prima pubblicazione 17 aprile 2009   clicca qui


OGGI TROVERAI UN POST DIVERSO, PER NULLA PARAGONABILE A QUELLI CHE HAI LETTO FIN'ORA, MA SAI CREDO CHE BISOGNA SEGUIRE GLI IMPULSI NELLA VITA E NON CERCARE DI ESSERE SEMPRE PERFETTINI E EDULCORATI, SAREBBE UN ATTEGGIAMENTO CON IL QUALE NON RIPORTEREI QUI QUELLO CHE SONO NELLA REALTA'. DARE UN'IMMAGINE DI SE FALSATA EQUIVALE A MENTIRE.

QUINDI SE C' E', COME IN QUESTO CASO, L'ISPIRAZIONE, IL DESIDERIO, O ANCHE SOLO L'ESIGENZA DI SCRIVERE QUELLO CHE LEGGERAI NEL POST, E' BENE DARE SEGUITO AGLI IMPULSI, A COSA SERVIREBBE FRENARSI.

EPPOI NON VOGLIO CHE IL GUARDIANO PASSI PER UNO CHE SI NUTRE DI PANE, TRISTEZZA E MALINCONIA, SONO UN UOMO E COME TALE HO EMOZIONI E PULSIONI CHE QUI TROVANO CONCRETEZZA O ALMENO VENGONO RIPORTATE SU UN SUPPORTO E RESE TANGIBILI.

BUONA LETTURA.




La sera di questi tempi inizia ad essere sempre più dolce e il balcone che è ancora socchiuso sta lasciando entrare un refolo di vento tiepido.

Questo spiffero mi sfiora il corpo seminudo e sento la mia pelle, ancora umida dopo una tonificante doccia bollente, che si increspa. Nella penombra della camera, sdraiato sul divano, le mie labbra sono ancora intrise del piacevole aroma che il vino ha saputo donare alla cena e ardono al tuo pensiero, il desiderio di te inizia a pervadermi. La musica che ho scelto stasera non è sporcata da nessuna parola, solo una stupenda melodia che invade la stanza in cui mi trovo, questa è una di quelle sinfonie magiche capaci di creare l'atmosfera per un dolce incontro e nella mia mente la voglia di essere con te è ormai senza freni.

Sarà il desiderio o forse solo il vino, ma sento che riesco a liberarmi del peso che ha il mio corpo e sulle dolci note di questo piano, con grandi ali volo da te, ti vedo e plano al tuo fianco. Subito accarezzo il tuo delicato collo e in un attimo mi ritrovo a sfiorare con la punta delle dita il profilo del tuo volto, sussurarandoti che ti voglio così quanto tu desideri me. E' la scintilla che scatena una fiamma intensa, un fuoco che non brucia, ma che sta ardendo dentro e fuori di noi.

Nel buio la tua pelle candida, impregnata da un soave profumo di rosa, rapisce i miei sensi, ti stringo e baciandoti sulle tue labbra non so più se è la musica che sento o è il mio cuore che ha preso a battere all'impazzata. Delicatamente lascio scivolare le mani lungo la curva dei tuoi fianchi, scrutando ogni angolo del tuo corpo eburneo. Avvicino la tua pelle alla mia e sento i brividi di intenso piacere che attraversano la tua schiena. Un rosso rubino tinge di passione le pareti che ci circondano, donando a questo nostro incontro un'intensità tale che non trova riscontro nelle parole inventate dagli uomini.

Affondi le tue labbra sulle mie, mentre le tue dita scrutano ogni millimetro della mia pelle, vuoi che io ci sia così quanto io voglio te. Sognavi questo istante e la voracità dei tuoi baci sul mio petto scatenano fremiti irrefrenabili. E' solo amore, nulla di fisico o che abbia a che vedere con il piacere fino a se stesso, è inestimabile purezza, voglia di te e te soltanto. I nostri cuori hanno un solo battito, i corpi congiunti sul tuo letto non creano attrito, non hanno angoli, si cercano e hanno bisogno l'uno dell'altra per elevarsi in qualcosa di etereo e eterno al tempo stesso. Ogni nostro movimento ricostruisce il percorso d'amore che ci ha portati fin qui, c'è in ogni singolo sussulto tutto la voglia che abbiamo di essere qui in questo momento, stretti in un solo essere perfetto e bellissimo.

Adesso sento che hai il possesso di ogni mio pensiero, scopro che accondiscendi ogni mio desiderio senza che io lo pronunci e so per certo che anche per te è così. Non ho più nessuna voglia se non di te, per sempre tu e solo tu. Ho l'assoluta certezza che non può esistere nulla di più intenso e profondo di questo eterno attimo e tutto ciò mi prostra, ma al tempo stesso so che sei mia e che lo sarai per sempre, finché lo vorrai, un incontro indissolubile di anime.

La persiana sbatte improvvisa e mi rendo conto che era solo un sogno, un attimo di lucida follia, forse colpa del vino o dell'esigenza che ho che tu sia mia. Credo sia giunta l'ora di andare a dormire, cercando conforto e riparo nel mio letto, dalla tentazione continua che ho di chiamarti o anche solo scriverti che sei stata mia.

Chiudo le imposte e mi accorgo che il tuo profumo è nell'aria, una delicata essenza che so essere solo tua, eppure non sto più sognando, la sento, sei con me. Un dolore mi brucia il petto e prima di stendermi mi specchio, scopro così i segni che le tue labbra hanno lasciato su di me, perfette riproduzioni del tuo desiderio, impresse indelebilmente all'altezza del mio cuore. Adesso capisco, è stato un sogno non solo mio, anche tu mi hai desiderato con la stessa intensità e quello che abbiamo vissuto all'unisono è diventata una magica realtà.

Posso di nuovo chiudere gli occhi con estrema serenità, so che in quel mondo perfetto che è il pianeta amore, tu mi stai aspettando, mia dolce principessa.

mercoledì 23 marzo 2011

RESPIRARE




Data di prima pubblicazione sull'isola 17 giugno 2010  clicca qui


Ti devo, prima che tu intraprenda la lettura di questo post, una spiegazione e una preghiera naufrago.

Innanzitutto consentimi di spiegarti che questa "cosa" che leggerai oggi è uno degli "esperimenti" che di tanto in tanto amo fare. Un diverso modo di approcciare il foglio bianco. Ne una pseudo poesia delle mie, ne una di quelle pagine di diario intimo che sto appuntando sempre più spesso qui. Una sorta di via di mezzo, quindi non essendo ne carne ne pesce, una sicura schifezza.

La preghiera è che avendo io immaginato questa cosa, per fartela sembrare meno brutta ti devo chiedere di leggerla con estrema lentezza, rispettando la punteggiatura e gli spazi, quasi lasciandoti cullare dalle parole, che non devono essere solo un suono nella tua mente, ma una sorta di melodia respirata, perchè poi tutto si fonda su quello, come capirai.

Pensieri scarmigliati tra una boccata e l'altra.



INSPIRARE, ESPIRARE

La frescura di questa serata primaverile si appoggia lentamente su di me, regalandomi la stessa dolce sensazione di una camicia stirata di fresco e subito indossata.
Nulla potrebbe smuovermi da qui, resto fermo e mi godo la pace silenziosa che i rumori della campagna circostante mi regalano;



INSPIRARE,.....ESPIRARE

Mi ci voleva quest'angolo di vita tutto mio, fatto di solo, assoluto, puro relax.
Cena frugale, un bel bicchiere di Taurasi del 2006, questo magnifico letto comodo e un cd che risuona in sottofondo una melodia forse datata, ma quanto sono belle queste vecchie canzoni di Zucchero.
Sarà che mi ricorda Parigi e un'estate indimenticabile, ma Diamante ha un posto particolare nella playlist della mia vita;



INSPIRARE,..........ESPIRARE

Chi giocava questa sera? Ah si, i padroni di casa forse o era il Brasile?
E io adesso dovrei accendere la televisione e cercare una sintesi o collegarmi a qualche sito per leggere la cronaca per conoscere così il risultato della partita?
Ma chi se ne frega del SudAfrica e di quelle maledette vuvuzela (o come diamine si chiamano), ma quando mi ricapita una serata così;



INSPIRARE,...............ESPIRARE

Uff che scocciatura dover litigare con i miei cattivi pensieri.
Hanno sbagliato serata per venire a galla, stasera sono più forte io e li ricaccio quasi immediatamente nel ripostiglio della mia anima dove sono rinchiusi di solito, al buio e in punizione.
Pensa tu se io questa sera mi devo far condizionare dalle mie fisime e dalle meschinità di quei poveretti che vorrebbero angosciarmi con i loro sotterfugi.
Se solo sapessero che continueranno i loro giochetti senza di me tra poco, io cambio mazzo di carte e loro rimarranno con i loro assi inutilizzati nella manica.
Mi spiace solo per il mazziere, poverino, che brutta gente ha intorno.
No, stasera nulla deve turbare il buio luminoso che mi sto regalando;



INSPIRARE,....................ESPIRARE

Però quant'è strana la vita.
Adesso che sto per andarmene da questo posto di lavoro, mi rendo conto che poi chi mi circonda non è così bravo come viene descritto, anzi come immagina di essere. Devo prendere coscienza del fatto che è capace a vendersi bene però, gliene devo dare atto.
Chissà se imparerò mai l'arte del meretricio aziendale?



INSPIRARE,.........................ESPIRARE

Eppure mi sento incompleto, è come se cercassi qualcosa che mi sfugge.
Così mi metto a camminare scalzo tra le mie sensazioni, ma non trovo nulla di sbagliato. Mi sento quasi come se mi fossi messo di nuovo a disegnare a mano libera un cerchio, ma non riesco a trovare il punto di congiunzione, quello da ripulire un pò perchè il tutto sia perfetto.
Da dove sono partito? Di solito inizio a metà e vado verso destro nel disegnare la circonferenza.
Io e questa maledetta voglia continua di introspezione, ma chi glielo impose a quella professoressa di tecnica di dirci che dobbiamo essere severi con noi stessi e fare sempre autocritica e io qui che cerco sempre l'imperfezione.
Al diavolo, me la godo e basta;



INSPIRARE,.............................ESPIRARE

ECCO FINALMENTE, ci sono, adesso so cosa manca a questa serata per essere perfetta.
Ora capisco perchè non ho assolutamente voglia di prendere sonno.
Mi mancano i tuoi capelli sparsi sul mio corpo, il tuo profumo di rosa che desidero sentire finalmente e che voglio riempia lo spazio che mi circonda, manchi tu che insieme a me respiri la stessa aria;



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lunedì 14 marzo 2011

LUNGO LA NOTTE




INTRODUZIONE


Eccoci qui, il racconto di cui tanto vi ho parlato è pronto o meglio è pronto un racconto da pubblicare, che non è quello che ho iniziato a scrivere un mesetto fa, ma è un altro nato e scritto nel giro di una settimana, la scorsa.

L'ho scritto quasi di getto e l'ho riletto qualche volta e nel momento in cui inizio a scrivere questa introduzione dev'essere completato solo l'ultimo capitolo, ma ormai la storia si è sviluppata per intero ed è giunta al suo epilogo naturale, che è comunque già impresso dentro di me, devo solo materialmente metterlo nero su bianco.

Non aspettatevi una storia d'amore, rimarreste delusi, è piuttosto un viaggio che non è importante la meta da raggiungere, ma per le tappe che servono per arrivare ad essa. Questo peregrinare da una realtà all'altra si svolge lungo l'arco di una notte (da qui il titolo), salvo poi arrivare all'epilogo che spero non vi scontenterà.

Devo inoltre dirvi che  strutturato i vari capitoli in maniera tale che si possono leggere slegati dal contesto in cui sono calati, ed avere comunque un loro perchè. Tutto si tiene insieme, ma se qualcuno di voi si scocciasse di seguirmi per l'intero tragitto del viaggio, non avrà di che rammaricarsi di ciò.

Credo NON sia necessario ribadire che io NON sono uno scrittore e NON ho nessuna velleità di diventarlo un giorno. Il mio lavoro NON è la scrittura, il mio è semplicemente un hobby che in qualche modo vi ha coinvolto e per come mi invogliate, non mi rimane che ringraziarvi di cuore. Però devo anche dirvi  con una punta di orgoglio, che chi ha letto il primo capitolo mi ha chiesto con insistenza il secondo e questo è segno che forse ho colto nel giusto, che la scrittura si fa leggere e appassiona. Questa per me è stata un'enorme soddisfazione. 

Il racconto verrà pubblicato su questo blog e ogni giorno a partire da pomeriggio di oggi, ci saranno uno o due capitoli che saranno messi on line quotidianamente e non intendo rubarvi più di una settimana per farvi leggere il tutto. Chi, però avesse voglia di leggerlo solo quando sarà editato per intero lo troverà sull'altro blog.

L'appuntamento quindi è per il pomeriggio di oggi per dare inizio al tutto e mi auguro che la vostra attesa venga soddisfatta da un qualcosa che si possa dire perlomeno godibile.


Il guardiano.







CAPITOLO 1

Negli ultimi quindici anni varcare quella porta non era mai stato così difficile come in questo momento, anche perché sapeva che le cose peggiori probabilmente non se le sarebbero dette, ma sarebbero rimaste sottintese. Si conoscevano e si stimavano da sempre, a tal punto che in questo momento anche quell'incontro era superfluo, ma c'erano dei ruoli da ricoprire  e delle parti da recitare ad uso e consumo del resto del mondo. La cosa non poteva rimanere in silenzio.

Negli anni, tra di loro, si era creata una tale sintonia che aveva prodotto degli ottimi risultati. Se quello, che era un grande ristorante quando lui ci mise piede la prima volta, adesso era diventato un centro turistico di prim'ordine, punto di riferimento per tutti coloro che operavano nella zona, il merito era anche di quella strana alchimia che si era creata tra di loro.

"Entra"

Entrò e vide dalle finestre alle spalle del direttore il sole che tramontava, si bloccò per meno di un secondo. Aveva fatto tardi, ma il suo lavoro era un altro, lui non aveva più bisogno di essere il maitre. Gli piaceva esserlo, ma non era obbligato a farlo

"Buonasera"
"Chiudi la porta e siediti"

Chiuse delicatamente la porta alle sue spalle, si sedette e quella poltrona che conosceva benissimo gli sembrò scomoda, come non mai.

"Direttore"
"Direttore? La porta è chiusa, siamo soli io e te, non essere formale o mi arrabbio, non ce n'è mai stato bisogno, non iniziamo adesso"
"Grazie Franco"

Per un attimo nessuno dei due sapeva più come riprendere il filo del discorso. Poi il direttore tagliò la tensione che era subentrata tra di loro con una domanda secca, diretta come un fendente.

"Ti rendi conto della stupidaggine che hai fatto l'altra notte?"
"Mi conosci, sai come sono fatto. Non mi pento di quel gesto, non mi pento di averlo fatto e se pensi che devo farlo solo perché era il disonorevole, il figlio del senatore, allora mi conosci poco"
"Ti conosco fin troppo bene, ma hai esagerato. Bastava che lo allontanasi dalla ragazza per tenerlo buono, ma arrivare a picchiarlo in quel modo?"
"Guarda che io ho cercato di usare le buone, non ho ascoltato le offese personali a me e a tutte le mie parenti donne, ma quando si è lanciato nuovamente contro di lei, quando ha cercato di colpirla, è partito  d'istinto il primo cazzotto e sai che bene che in queste circostanza chi si ferma è quello che ha la peggio parte"

Annui silenziosamente

"Si, di risse ne abbiamo sedate molte nel corso degli anni, però so anche che il tuo primo fa male e lascia il segno. Forse se ti fermavi al secondo o al terzo.........."
"Naaaaaaaa e poi diciamocelo, sono anni che ci rompe le scatole. Una lezione se l'era proprio cercata"

Abbozzarono un sorriso all'unisono ripensando a tutti i sistemi che avevano utilizzato per ripagare della boria quel figlio di papà viziato.
Franco avrebbe fatto lo stesso al suo posto, anzi avrebbe pagato di tasca sua per essere lì. Aveva ragione.

"Raccontami perlomeno cos'è successo per davvero, lo sai che sono maledettamente curioso e qui in città raccontano di tutto"
"Niente di particolare, dopo aver fatto sgomberare la sala dai festoni di carnevale, ho chiuso le porte, ti ho consegnato le chiavi e ci siamo salutati. Come sempre mi sono sbottonato il papillon e sono uscito nel parcheggio a respirare un po' d'aria pura, dopo una giornata a contatto con gli odori della cucina ci vuole.
Mentre il freddo iniziava a farsi vivo, sono arrivate le prima urla, femminili, si sono accavallate subito quelle del ragazzo, che sembrava stesse davvero impazzito. Lo sportello di una macchina si apre e una ragazza mascherata da Minnie mi corre incontro.
Poi è arrivato lui, con la sua aria da padrone del mondo e subito mi insulta e mi ordina di dargliela.
Gli rispondo che sono etero e che lui non è affatto il mio tipo, l'atmosfera sembra allegerirsi, ma è solo un attimo. Ha cercato di sorprendermi e di afferrare la ragazza per un braccio, ma me lo aspettavo, agisce sempre così è un vigliacco e so cosa architetta.
Prontamente l'ho colpito e si è fatto male, molto male.
Non ho mai avuto nessuna pietà per chi molesta donne e bambini, figuriamoci se potevo provarla per lui."

Silenzio

"Sai che mi hanno chiesto la tua testa"

Non era una domanda e non c'era bisogno che lo dicesse, ma gli faceva piacere che lo avesse fatto.

"Certo, come vedi non mi sono ancora vestito"
"Allora fallo e in fretta. Stasera ho due sale piene di donne che sono qui per l'8 marzo e ci sono 40 camerieri da controllare, non vorrei che qualcuno scambiasse il bagno degli uomini come un luogo di incontro"

Sorrisero al pensiero di quando fu scoperto Franco anni prima, ma lui era il Direttore, mica un cameriere.
Si alzò per andarsene, ma mentre usciva una domanda gli arrivò da dietro le spalle.

"Almeno ne è valsa la pena?"
"Sempre, lo sai"
"Non fare il finto tonto con me. Com'era la ragazza?"
"Non l'ho vista in volto, era truccata ed è successo tutto in fretta. Non so nemmeno chi fosse, ho solo sentito un accento che non era il nostro, come se fosse romana.
Però bisogna anche riconoscere che il disonorevole ha buoni gusti in fatto di donne. Comunque chiedi a Lucia, era lei di turno alla reception dell'albergo quando l'ho accompagnata lì."

Usci, aveva una sala da gestire ed era in ritardo per controllare che tutto fosse in ordine e doveva ancora cambiarsi.






CAPITOLO 2

La serata era stata tranquilla, nessuna esuberanza esagerata, qualche ammicamento tra le ragazze più giovani e alcuni dei camerieri, ma probabilmente erano solo situazioni figlie di conoscenze precedenti, nulla che nascesse e morisse in quel locale.

Ormai gli anni in cui le donne uscivano in gruppo la sera dell'otto marzo per fare danni, regredendo al livello degli uomini, erano un ricordo perso nel tempo.
Forse era stata la crisi che lasciava a case le "frustrate" o forse semplicemente la maggiore libertà sessuale, che consente a una ragazza di avere ciò che vuole, quando vuole, ma certe esagerazioni non erano più proprie di quella festa, per la gioia di chi come lui, quella sera non solo lavorava, ma aveva delle responsabilità.

Guardò l'orologio, quasi le 23.00, tra poco avrebbe fatto servire la torta mimosa, lo spumante fresco  era già su tutti i tavoli e per la mezzanotte la sala sarebbe stata vuota e lui fuori di lì.
Anche questa era andata.

"Maitre"
"Dimmi Luigi, problemi?"

Luigi era uno dei portabibite, un ragazzino educato, che non avendo una famiglia alle spalle che potesse supportarne gli sfizi, se li concedeva lavorando. Questo gli faceva onore e glielo rendeva simpatico, anche perchè poi gli ricordava tremendamente qualcuno.........

"Maitre, c'è una signora che la vuole"
"Vuole? Si dice desidera. Desidera me? Cosa avete combinato?"
"Niente, davvero. Mi ha detto che voleva parlare con lei. E' quella lì, al tavolo 11"

E il ragazzo indicò una  figura femminile. Era sola, sulla trentina, mora, decisamente bella, ma non appariscente. Aveva lo sguardo basso in quel momento, forse una casualità. Il tavolo era apparecchiato per quattro persone, forse le altre erano fuori a fumare.
Si avvicinò lentamente, indossò il sorriso neutro di circostanza e con modi delicati e voce profonda chiese

"Posso esserle utile?"
"Si, grazie"
"Qualche problema? Qualcosa non era di suo gradimento?"
"No, tutto buonissimo, eccellente"
"Allora qualcuno l'ha importunata?"

E in quell'istante sul tavolo si materializzarono quasi dal nulla due orecchie da Minnie.
Non ci fu bisogno di altre parole, capì.

"Non so che dire, sono in imbarazzo"
"Anche io, ma volevo ringraziarla, senza di lei non so come sarebbe finita l'altra notte? Grazie"
"No, dai"

Gli era venuto spontaneo darle del tu, ma se ne pentì quasi subito, non era stato autorizzato a farlo.

"Guarda, invece si. Io ero lì, ho visto i suoi occhi, ho sentito come mi stringeva, il suo fiato sul collo e credimi, se non gli avessi dato quello che voleva se lo sarebbe preso con la forza"

La sentì di nuovo rabbrividire.
Tremava come l'altra volta. In quel momento il terrore era vivo nei suoi occhi e lui ebbe quasi l'istinto, la voglia di abbracciarla, ma non poteva e non doveva. Non gli competeva, non gli spettava.
Di certo però non poteva lasciarla in quello stato, così scossa e d'istinto abbozzò:

"Cosa fai dopo? Vuoi passare il resto della nottata a girare con me? Ti faccio conoscere delle persone"

Lei rimase sorpresa, quasi intimorita e non seppe mai spiegarsi perché si fidò. Accettò l'invito, annuendo leggermente con il capo.

"Ok, io stacco tra un'ora circa, forse prima. Ci vediamo davanti alla mia auto, quella dell'altra sera. Ricordi qual'è?"
"Si, perfettamente"
"Bene, se ci sarai vuol dire che non ci hai ripensato, altrimenti ti saluto qui. Buonanotte"
"No, a dopo"

Rispose decisa.
Pensò che l'avrebbe rivista.






CAPITOLO 3


Il parcheggio era come sempre ben illuminato e lui vi procedeva  con il suo solito passo. Non aveva nessuna fretta di arrivare e nessun timore di trovarsi lì da solo. Si alzò il bavero del giubbino, si sistemò meglio sulla spalla il suo amato zaino e si indirizzò verso la sua auto.

Da quando il centro alberghiero si era arricchito, prima con la palestra e la piscina e successivamente con il centro benessere, il numero di clienti fissi che alloggiavano presso l'albergo era aumentato a dismisura. Questo aveva reso necessaria una dose maggiore sicurezza per tutto ciò che si trovava all'interno del perimetro del resort e  di conseguenza era aumentata a dismisura anche la luce artificiale, affinchè facilitasse il lavoro delle telecamere durante la notte.

Le telecamere, come aveva fatto a non pensarci prima, Franco aveva già visto e rivisto la scena dell'aggressione chissà quante volte in quelle 48 ore.
Di certo senza l'audio quelle immagini servivano a poco o a nulla, ma di sicuro veder picchiare il disonorevole lo avrà divertito e non poco. Già ne vedeva il ghigno soddisfatto mentre con il replay tornava indietro e rimetteva la scena ancora e ancora.

Lei non c'era, non vedeva anima viva in giro per il parcheggio. Di certo ci aveva ripensato e se n'era andata a casa con le sue amiche. Chissà perché poi si era illuso che l'avrebbe trovata lì ad attenderlo, ci aveva creduto davvero e invece vicino alla sua auto non c'era nessuno.
Rallentò il passo, il respiro e il battito del cuore tutti insieme e si mise a camminare con quell'andatura elegante, che tanti sospiri rubava in sala alle signore di tutte le età, era il suo piccolo vezzo.

Il freddo della notte gli carezzò il volto, anche se la luna alta nel cielo era regina di una volta celeste limpida come poche altre, per essere in pieno inverno.

Un fascio di luci lo investì di colpo, si girò di scatto e si mise sulla difensiva, quasi fiutando il pericolo.
Guardò verso l'abitacolo dell'auto che lo illuminava e non vide il volto di chi era al posto di guida, ma notò che era una persona sola, oltretutto l'auto non si era messa in moto e lui pensò che non erano lì per investirlo.
Lei scese tranquilla mente dall'auto, gli sorrise e lo invitò ad entrare.

Si tranquillizzò del tutto e salì

"Non ci credevo più che ti avrei trovata"
"Fa troppo freddo per me, per questo ti ho aspettato in auto. Andiamo in giro con questa?"
"Certo, ma sposto la mia fuori, altrimenti devo aspettare che si facciano le 8.00 per riprenderla domattina. Il guardiano dei fari. l'addetto alla sicurezza, quando mi vede uscire chiude la sbarra e va a dormire e non voglio che rimanga sveglio senza motivo"

Dopo qualche minuto erano di nuovo insieme. L'abitacolo era caldo, il motore acceso e lei al volante

"Cosa facciamo?"
"Per adesso dei patti e dimmi se sei d'accordo con quello che ti propongo. Primo, tu guidi e io ti indico dove andare"
"Va bene"
"Secondo, tu ci metti l'auto e io tutte le spese, dalle consumazioni al carburante"
"Ok"
"Domande dirette, risposte sincere. Vale ovviamente per tutti e due"
"Ci sto"
"Che aspettiamo allora? Alla pompa di benzina dell'autogrill a mettere un po' di carburante. Direzione Nord"

L'auto si avviò.

Aveva collegato il suo lettore MP3 allo stereo dell'auto e lei stava ascoltando quelle dolci melodie, fatte di pianoforte e nient'altro che lui aveva scelto di farle ascoltare. La musica la faceva da padrona in quell'ambiente o forse lo era l'imbarazzo di trovarsi in compagnia di un emerito sconosciuto, in giro con la macchina nel cuore della notte a comandare le sue emozioni? Non se lo sapeva spiegare al momento, ma si sentiva strana come poche altre volte nella vita prima di allora.
Lui ruppe il silenzio e le pose la prima domanda

"Sei nuova di qui? Non mi ricordo di te e credimi nel ristorante ci sono passati un po' tutti in questi anni"
"No non sono nuova. Sono nata qui, ma sono andata via subito dopo il diploma, mi offrirono un bel posto di lavoro e accettai. Sono tornata da poco più di un mese"
"Che lavoro fai?"
"Topografo. Sai che cos'è?"
"Forse ha qualcosa a che fare con il disegnare ratti? Scherzo, sono geometra, so bene di cosa parli"
"Davvero. Da come ti muovevi in sala pensavo fossi cameriere da una vita.

Per un attimo, prima di risponderle, il suo sguardo si confuse con quello di un cartellone che pubblicizzava un nuovo modello di automobili, poi disse con un filo di voce

"No, quello non è un lavoro è la mia ancora di salvataggio nei confronti della pazzia"

Si fermò ancora, riprese il fiato e non pensò alle parole, quelle come sempre venivano da sole, spontanee.

"Sai, all'inizio, da ragazzino, era un'esigenza economica,  un extra non si rifiuta mai. Poi gli avvenimenti della vita mi hanno portato ad avere una certa tranquillità. Quando alcuni anni fa mi sono separato, mi sono reso conto che vivere da soli non è difficile perché non hai nessuno accanto, è tremendo perché sei sempre in compagnia di te stesso. Il sabato e la domenica non finivano mai, erano un tormento e pur avendo una valida alternativa, ho ripreso quest'attività che avevo interrotto.
Qui c'è ormai la mia famiglia, qui sono in armonia con i colleghi e tanti mi vogliono bene. Quasi tutti direi, se non fosse per qualche cliente idiota...."

E lo disse con un sorriso che contagiò anche lei. L'imbarazzo si era rotto e l'atmosfera si era fatta piacevole.

"E tu? Sei tornata perché era finito il lavoro?"
"No, per un uomo"
"Per lui?"
"Nooo, come ti viene? Con lui ci conoscevamo da piccoli e l'ho rivisto qui un paio di settimane fa, mi ha invitato insieme ad altri amici e siamo usciti in compagnia qualche volta, fino all'altra sera..........
No, io ho chiuso una storia d'amore o almeno credevo fosse tale, che era anche sfociata da qualche anno in una convivenza. Vivevamo i soliti alti e bassi di ogni coppia, niente di nuovo sotto il cielo. Solo che  all'improvviso scopro che lui se la fa con un'altra. 
A quel punto, siccome avevo già molte proposte interessanti in zona, faccio bagagli e burattini, lo pianto in asso e sono tornata qui, alle mie radici. Lui non mi ha mai nemmeno più cercata.
Certo che se solo ci penso, che sono andata via per colpa di un uomo e me ne ritrovo davanti un altro che è anche peggio, mi sa che quasi quasi cambio sponda"

E qui fu lei ad aggiungere un sorriso di allegerimento al quale lui replicò divertito.

Erano arrivati, la pompa di benzina era a 1.500 metri. 
La prima tappa era ormai prossima







CAPITOLO 4

Dopo aver fatto rifornimento le fece parcheggiare l'auto piuttosto lontano dal bar, per poi raggiungerlo a piedi.
Appena furono nei pressi del locale, lui le fece segno con la mano di fermarsi e rimanere in silenzio. Lei obbedì istintivamente, non era stato un ordine, ma la ricerca di una complicità, aveva capito che stava per preparare uno scherzo.

Lo vide aprire lentamente la porta del bar, facendo attenzione a non  far suonare la campanella posta sulla sua cima, poi furtivamente iniziò a scivolare verso l'interno, ma dal profondo del locale una voce burbera urlò

"Ti vedo tutte le volte, eppure sistematicamente ci provi comunque a sorprendermi, lo sai che ci sono le telecamere accese e che le tengo sotto controllo. Su entra che ti aspettavo e mi stavo preoccupando, sei in ritardo."
"Usa un linguaggio e dei toni a modo, sono in compagnia questa notte"

Le fece cenno di entrare, lei gliene fu grata, iniziava a sentire freddo.

Al bancone arrivò dal retro un uomo sulla cinquantina, capelli radi, invecchiato più dell'età che probabilmente aveva, ma dallo sguardo attento, vigile. La guardò per un solo attimo, ma si rese conto che l'aveva scrutata per bene, quasi come se le avesse fatto i raggi x.

"E allora, come mai sei in ritardo?"
"Massimo lo sai anche tu, spero sempre che ci sia in giro un posto dove facciano un caffè decente, prima di dovermi per forza di cosa bere la tua schifezza nera"

Il barista non lo degnò di uno sguardo e rivoltosi verso di lei disse sottovoce, ma facendosi sentire da tutti disse

"Non gli creda, la verità è che è stato cacciato da tutti i locali della zona, nessuno lo sopporta più e anche io lo gli preparo il caffè e poi lo mando via. La prenda quasi come un'opera caritatevole la mia"
"Abbiamo un altro buon samaritano tra di noi e non me ne ero accorto prima. Su che se non venissi io in questo locale di infima categoria potresti lasciarlo chiuso"

Lei capì che tra i due c'era qualcosa in più di una semplice simpatia o di una conoscenza vecchia di anni, no c'era un rapporto molto più profondo, fatto di stima reciproca.

Entrarono degli altri clienti e Massimo si rivolse a loro, allora lui ne approfittò e le parlò quasi sussurrando

"Quando iniziò questo lavoro era un uomo che credeva di essere felicemente sposato, solo che a un certo punto si accorse che il suo letto veniva riscaldato di notte da qualcun altro. Si perse nell'alcool, ma ad un certo punto si ritrovò, anche grazie al suo angelo custode.
Da quel momento decise di cambiare radicalmente la sua vita, tranne che per il turno dalle 22.00 alle 6.00 del mattino, per poter così vivere il resto della giornata con estrema tranquillità."

"Non gli creda, qualsiasi cosa le dica non gli creda. E' capace di vendere gelati al polo se è necessario.
Lo ha mai visto in sala? Come si pavoneggia con la sua eleganza e i suoi modi? Sembra che sia sempre il festeggiato invece che il capo cameriere.
Cammina elegante, leggiadro, come se fosse un modello e spesso e volentieri fa anche la coda di pavone ad uso e consumo delle signore presenti in sala. Tutta scena, solo finzione"
"Si, devo dire che l'ho osservato bene e ha un suo fascino, ma vista sotto questo punto di vista........."
"Ehi, ma cos'è qui? Avete deciso di mettermi in mezzo? Qui le danze le dirigo io. Insomma"
"Bello, sei nel mio locale, qui decido io a che gioco si gioca e adesso tu sei il bersaglio"

Per un attimo si guardarono in cagnesco, salvo scoppiare tutti in una sonora risata.
Ancora di più si fermò in lei la convinzione che tra quei due non c'era la semplice conoscenza che c'è tra un avventore e un barista. Qualcosa doveva averli uniti e si leggeva nel modo in cui si parlavano. C'era affetto sincero in ogni singola parola, al di là di quello che dicevano.

Arrivarono i caffè sul bancone e a lei venne aggiunto un cioccolatino.

"E' fuori?"

Chiese con un tono di voce che le era sconosciuto

"Certo, dove vuoi che sia? E' fuori, al freddo, nella speranza che passi qualcuno"
"Mi prepari il solito o ha già consumato?"
"No, lo sai, non entra mai se non ha già incassato qualcosa. Eppure lo sa benissimo che non ha bisogno di pagarmi, ma è fatta così"

Mentre il barista si girava a preparare una tazza di cappuccino caldo, lei gli chiese

"Di chi state parlando?"
"Di una donna costretta a prostituirsi dalle circostanze della vita, probabilmente una delle persone migliori che ho mai conosciuto in vita mia. Tra poco andremo da lei, ma se non vuoi ti capisco, rimarremo comunque solo il tempo del cappuccino e ci manderà via, vedrai"






CAPITOLO 5


Nella notte la sua era una bella figura, come una di quelle donne stilizzate che si vedono disegnate sui giornali, sembrava una di quelle modelle che reclamizza un profumo o degli accessori per l'igiene femminile e più le si avvicinava, meno erano i metri che la separavano da lei e sempre più si rendeva conto che era  quanto di più lontano esisteva  dagli stereotipi che si era creata immaginando una prostituta.
D'altronde non aveva una conoscenza diretta con nessuna di quelle che faceva la vita e quindi la sua idea di "puttana" era legata alle donne che vedeva agli angoli della strada, quando tornava a casa dal suo vecchio posto di lavoro.
Se l'avesse incontrata per strada, senza conoscerla, senza sapere nulla di lei, mai e poi mai avrebbe pensato che faceva quel tipo di attività.

Si stavano avvicinando lentamente, ma quando lei capì di chi si trattava, sul suo viso si disegnò un sorriso compiacente.

"Hai qualcosa per me, bell'uomo?"

Lo disse con un tono di voce tra l'ironico e il sensuale e anche qui capì al volo che c'era un rapporto di vecchia data che li univa, come se lei stesse recitando un copione già provato svariate volte nel passato.

"Si bella donna, ho qualcosa di caldo per te. Un cappuccino bollente"

Anche lei la guardò per un solo secondo, come se vivere la notte mettesse in condizioni le persone di capire chi avevano di fronte al primo colpo, però con dei modi di una gentilezza incredibile le rivolse la parola.

"Cosa ci fa una ragazza bella come lei, in giro di notte in compagnia di un losco figuro del genere?"
"Imparo a conoscerlo"
"Allora avrà di sicuro bisogno di molto più tempo per comprenderlo per bene. E' molto più complicato di quello che appare"

E su quest'ultima frase la sua voce si era di colpo fatta seria e profonda

"Ehi, ma vi siete coalizzati tutti contro di me questa notte? Ma che razza di gente frequento? Invece di farmi fare una bella figura con una sconosciuta......"
"Siamo persone che ti vogliono bene per davvero, che ti apprezzano per quello che fai, ma che non te lo diranno mai direttamente, figuriamoci poi per farti fare una bella figura"
"Ah, grazie"
"Prego. Ora però spiegami perchè hai portato qui questa ragazza? Se volevi fare una bella figura non dovevi mica portarla da una prostituta?"

E lo disse mentre iniziava a sorseggiare il cappuccino che le era stato offerto qualche istante prima

"Le sto facendo conoscere delle persone vere. La sto guidando lungo la notte, per farle capire che dietro le apparenze spesso c'è più sostanza di quello che si immagina."
"E perchè da me? Una puttana"
"Perchè sei una delle donne migliori che conosco e il tuo lavoro è solo una circostanza a cui sei stata costretta dalla vita"

I suoi occhi si riempirono di ricordi e di lacrime nello stesso istante e si girò, forse per raccoglierle prima che le devastassero il maquillage.

"Vedi, esistono varie categorie di uomini al mondo. Chi valuta le persone per ciò che vuole vedere e non per quello che sono in grado di dare e di esprimere, beh quello per me è il vero anello di congiunzione tra l'uomo e le bestie"

Si accorse che le lacrime ormai scendevano a dirotto, copiose come un fiume in piena.

"Hai deciso di rovinarmi il trucco facendomi piangere? E' questo il tmodo  che hai scelto per redimermi questa notte? Allora sai che ti dico? E' meglio che ve ne andiate, se rimanete qui ancora un pò e passa qualche possibile cliente crederà che sono impegnata e non tiro su nemmeno un euro"


Lo disse dando loro le spalle e cercando di sistemarsi utilizzando uno specchietto e delle salviettine umidificate.
Loro si diressero all'auto, ma un'ultima domanda gliela rivolse lo stesso, mentre la sua voce era  ancora rotta dall'emozione.


"Dove la porti adesso?"
"Dal Don"

"Un classico, il diavolo e l'acquasanta"

Lui non disse nulla, mentre camminavano verso l'auto però interruppe il silenzio che era sceso tra di loro

"Erano giovani e belli, innamorati come pochi al mondo e si divertivano molto. Si erano sposati in tenera età  ed era stato uno dei pochi matrimoni su cui avrei scommesso che sarebbe durato finchè morti non li avesse separati.
Così è stato.
Il marito si era indebitato per continuare con la sua attività, ma non potendo mantenere fede agli impegni si è suicidato. Lei rimase sotto choc per molto tempo, perchè non immaginava in quale situazione economica realmente versassero, lui la teneva all'oscuro di tutto.
Dopo il periodo del lutto cercò di riprendersi, ma la famiglia di lui la vide come il capro espiatorio del loro dolore e le fece terra bruciata intorno, nessuno le diede modo di ricominciare.
Un giorno, uno dei creditori del marito, le propose di saldare il debito e di darle del denaro se ......., era disperata e accettò.
Si è sentita colpevole della morte del marito, quasi come se fosse stata lei a tirare il grilletto e in questo modo , con quest'attività, si punisce per non averlo aiutato, per non averlo salvato.
C'è stato chi si è realmente offerto di darle una mano concreta, ma non c'è stato nulla da fare, questo è il suo modo di espiare una colpa che non ha. Viene qui ogni notte, in questo grill che non è affollato, su un'autostrada poco trafficata e vende il corpo a delle bestie che ne approfittano velocemente.
Quando sorge il sole va nel bagno di servizio, si cambia mettendo gli abiti da lavoro in un sacchetto, quasi volesse dimenticarsi di ciò che fa e ritorna alla vita normale. Se così possiamo definirla.

Per il resto del mondo resto del mondo ha una rendita mensile che ha vinto ad una lotteria e così facendo cerca di saldare i restanti debiti di suo marito.
Lo ama ancora come il primo giorno.
La morte non li ha seprati"
"Come l'hai conosciuta?"
"Questo te lo dirò più tardi, per ora ti posso solo dire che non sono mai stato suo cliente, se è questo che vuoi sapere"

L'auto riprese il suo tragitto.



 
CAPITOLO 7

Adesso che non era più lei alla guida, aveva tutto il tempo che le serviva per poterlo osservare per bene.

Entrando nella macchina questa volta aveva estratto un CD dallo zaino, lo aveva inserito nel lettore e aveva messo in moto. Era assorto, attento ai catarifrangenti dei guard rail e alla strada.
I suoi occhi erano di un verde scuro, che si sposavano benissimo con la sua pelle olivastra, qualche ruga era comparsa sul volto, probabilmente dovuta alla vita intensa che faceva, di sicuro non era per niente facile. Aveva i lineamenti dolci e si era già resa conto che quando la guardava non aveva lo stesso sguardo degli altri uomini, che prima di tutto cercano di spogliarti con gli occhi, no lui la fissava cercando di carpire le espressioni, di rubarle ciò che davvero si nascondeva dietro ogni sua parola. 
Era per davvero interessato a lei e la faceva sentire il centro del suo mondo mentre dialogavano. Quell'uomo non solo le piaceva, ma si era fatto strada dentro di lei, senza fare nulla di speciale, solo per il suo modo di essere.

Niente di lui lasciava trasparire al momento che potesse essere stanco, doveva essere fatto di ferro e lei aveva un paio di domande che le bruciavano dentro, appena la musica si sarebbe fermata gliele avrebbe poste.
Lui la prevenne.

" Ti domanderai che tipo di appuntamento abbiamo io e Giulio domattina e perchè mi ha chiamato presidente"
"Per la verità si, stavo per chiedertelo"
"E' una lunga storia, ma abbiamo tempo prima di arrivare a destinazione, te la racconto"

Lo disse mentre scalava le marce e svoltava in una strada alla sua destra, adesso anche lei sapeva dov'erano diretti.

"Io, Giulio e Luca Franceschi..."
"Quel Luca?"
"Si, brava, proprio lui. Te lo ricordi ancora? Ti ricordi il suo nome di battesimo?"
"Sono una donna e lui è stato di sicuro uno degli uomini più belli e affascinanti che siano mai stati in circolazione. 
Ricordo chiaramente quanto clamore suscitavano le sue apparizioni televisive e quanta gente affollava i cinema solo per vederlo recitare. E' stato un mito per almeno tre generazioni femminili. Quando è sparito, per settimane non si è fatto altro che parlare di lui.
Davvero era un vostro amico?"
"E' nato qui ed è vissuto qui, anche quando gli impegni erano pressanti, non dimenticava mai di farsi una capatina da noi"
"Vero, non avevo collegato. Quanti anni sono che è sparito?"
"Tanti, ma non importa quanti siano e non chiedermi dov'è, solo io e Giulio lo sappiamo e abbiamo contatti con lui, ma nemmeno sotto tortura diremo mai dov'è.
Il fatto è, che in molto pensano che si stia godendo su qualche isolotto tutti i milioni di euro che ha guadagnato in carriera e si sbagliano.
E' stato nostro amico sin da piccolo, in pratica siamo cresciuti insieme noi tre e per noi lui non è mai stato la star, ma Luca e basta.
Poco prima che sparisse, quando aveva già programmato di farlo e tutto si era quasi compiuto, fece nascere un associazione senza scopo di lucro, ma che aveva la finalità di dare vita e gestire il sogno di Giulio, un centro di accoglienza per i senzatetto. Luca però sapeva benissimo che il nostro Don non è in grado di gestire il denaro e quindi mi chiese, anzi mi obbligò, ad accettare la presidenza a tempo pieno della fondazione, senza il mio consenso non se ne sarebbe fatto nulla e mi obbligò anche ad accettare lo stipendio per il ruolo che rivesto.
Mi dedico in pratica tutto il giorno alla nostra creatura, togliendo di dosso a Giulio tutte le incombenze burocratiche del caso. Domani abbiamo una riunione, nella quale dobbiamo decidere per un eventuale ampliamento delle attività e il mio voto è decisivo per le aspettative di Giulio"
"E il lavoro al ristorante?"
"Quello è uno svago, come ti avevo accennato, una sorta di valvola di sfogo.
Mi immergo tra la gente serena, che è a cena per divertirsi e così cerco di dimenticare la sofferenza dipinta sui visi degli ultimi, dei disagiati, di coloro che hanno difficoltà a mettere insieme un pasto decente al giorno."
"Quanto guadagni come maitre?"
"Niente, le mie esigenze sono coperte dal mio stipendio. Però io e il direttore abbiamo un patto. Tutto quello che sta per scadere nei frigoriferi, tutte le portate in più non consumate, vanno alla mensa della struttura, anche se sospetto che faccia cucinare sempre qualcosa oltre il necessario di proposito."

E lo disse sorridendo, certo che quel suo sospetto corrispondesse alla verità.

"La struttura ha qualcosa a che vedere con i nostri primi incontri di questa notte?"
"Si, Massimo arrivò da noi  in pratica all'ultimo stadio dell'alcolismo. Distrutto dal tradimento della moglie si era rifugiato nei liquori. Da noi si è ripreso e adesso lavora di notte per poterci aiutare il pomeriggio e credimi solo chi è stato nel tunnel e ne è venuto fuori può toccare le corde giuste di chi è ancora immerso nel buio.
Lei invece, dopo la prima volta che si è venduta, uscì nella notte a cercare la morte e trovò noi. Si è ripresa, ma non ha mai voluto accettare le nostre offerte di una collaborazione remunerata, dice che quei soldi servono a ben altra causa e lei deve espiare la sua colpa. 
L'unico obbligo a cui deve sottostare per avere la nostra amicizia e ti assicuro che ci tiene, è quello di lavorare nell'autogrill di Massimo, così che le telecamere di sicurezza possono controllare i numeri di targa di chi la carica a bordo, non vogliamo che le accada nulla."


Non sapeva più che dire. Immaginava che non erano stati incontri fortuiti, ma non quanta vita ci fosse dietro ognuno di essi.
Lei non aveva dei trascorsi felici e domenica sera era convinta che la quasi violenza subita era qualcosa di tremendo, ma aveva toccato con mano realtà di gran lunga peggiori rispetto alla sua.
Sapeva da sempre che in giro c'erano persone buone, adesso aveva la certezza di averne una di fianco.


La macchina rallentò e lei credette per un attimo che l'avesse condotta in paradiso, tanto era bello lo spettacolo naturale che la vista le regalava.

Era riuscito a sorprenderla per l'ennesima volta